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      I battelli moderni differiscono quindi dalle ceste di cuoio, che descrive Erodoto. Per la navigazione a vapore, il fiume è abbastanza conosciuto, dopo le esplorazioni di Chesney e di altri ufficiali inglesi, per potere in tutta la parte inferiore dell'Eufrate, previa canalizzazione al passaggio delle paludi, regolare il servizio dei battelli nella stagione delle pioggie; ma le città, che sono succedute alla potente Babilonia, non sono tanto popolate da incoraggiare simili imprese. Di quando in quando un battello turco fa la sua comparsa a monte d'Hilleh fin davanti Anah, ma si può giudicare della lieve importanza presente del fiume come via navigabile dal fatto, che quasi tutto il commercio d'Anah con Bagdad si fa, non per la via dell'Eufrate, ma per quella del deserto, che si dirige ad est verso Tekrit, sul Tigri [597].
      Si sa quale fosse la fecondità del suolo babilonese, quando le acque fluviali erano abilmente distribuite nelle campagne delle rive. Erodoto, che pure aveva veduto il delta del Nilo, non voleva descrivere la vegetazione sulle rive dell'Eufrate, per paura che i suoi racconti fossero tacciati d'esagerazione. Anche dopo il passaggio di tanti conquistatori e la distruzione dei lavori di canalizzazione, che avevano fatto gli Assiri, la Mesopotamia umida, ben diversa dalla Mesopotamia asciutta, quella delle steppe del nord, era di una esuberante fertilità: i primi califfi ne ritraevano enormi profitti, quando le esazioni non avevano ancora spopolato il paese e fatto estendere il deserto a spese delle coltivazioni.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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