Infine alcuni canali, regolati all'ingresso da chiuse, prendono dal fiume stesso l'acqua d'irrigazione e vanno a ramificarsi lontano nelle campagne: un piccolo avanzo dei giganteschi lavori idraulici descritti da Erodoto, allorquando il serbatoio laterale, dove s'alimentano i rigagnoli d'irrigazione, era tanto vasto, da ricevere per parecchi giorni, senza riempirsi, tutta la corrente dell'Eufrate. Il canale attribuito a Nabucodonosor, che si ramificava parallelamente al fiume, da Hit fino al mare, aveva non meno di 800 chilometri di lunghezza; non è stato superato da alcun lavoro moderno dello stesso genere.
[Immagine 063.png -N. 63. -- CANALI DELLA MESOPOTAMIA AD OVEST DI BAGDAD].
Gli antichi canali, di cui si vedono i resti nelle campagne rivierasche, erano di due sorta: gli uni, come il Nahr-el-Melek o "corrente del Re", che discendeva obliquamente dall'Eufrate e sboccava nel Tigri a Seleucia, erano così profondi, che le acque vi passavano in ogni stagione e nettavano il letto colla loro forza d'erosione; erano le vie navigabili. Gli altri canali, che servivano esclusivamente all'irrigazione, ricevevano le acque nella stagione delle piene, che coincide precisamente col periodo più attivo della vegetazione; questi canali si riempivano di melma, ed ogni anno bisognava cavarne il fango, che si gettava sulle rive, le quali finiscono col raggiungere l'altezza di 6 a 7 metri nelle campagne; se ne vedono alcune che superano i 10 metri. Alla lunga, i coltivatori si stancarono della manutenzione di questi canali a doppio muro laterale; ne scavarono un secondo, poi un terzo, i cui argini si elevavano successivamente attraverso la pianura; in certi punti cinque o sei di questi antichi canali profilano sull'orizzonte i loro muri paralleli, che somigliano a linee di trincee [599]. Nulla sarebbe più facile che rimettere questi canali in buon stato collo sterro delle sabbie e dei fanghi, che li hanno ostruiti.
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