I popoli, presso i quali la transizione dalla vita errante all'esistenza sedentaria si fa nel modo più facile, sono quelli che allevano mandre di montoni e di bufali; i cavalieri abituati a maneggiare la lancia non possono rassegnarsi ad abbandonare il deserto. Certe tribù si sono adattate a vivere in mezzo alle paludi, sotto capanne di canne: tali i Khozail ed i Madan, che nessun conquistatore tentò mai di seguire nei loro ripari:[620] basta che rompano le dighe perchè si trovino al sicuro. Altri clan d'Arabi, gli Zobeir, per esempio, si compongono unicamente di battellieri. La Mesopotamia non ha uomini più belli di questi vigorosi marinai: nessuno dei loro giovani può pensare a prender moglie, se non ha risalito almeno tre volte il Tigri dallo Sciat-el-Arab a Bagdad.
I Kurdi delle prealpi appartengono probabilmente, come quelli della Persia e dell'Armenia, a razze diverse, ma si rassomigliano per i costumi ed il genere di vita. In maggioranza sono maomettani, ma i Nestoriani sono pure rappresentati da gruppi notevoli, specialmente nella valle del Gran Zab, intorno a Giulamerk; i Caldei hanno a Mossul e nel distretto dei dintorni comunità più ricche di quelle dell'altipiano d'Urmiah; i Suriyani o cristiani giacobiti vivono in numero di circa 30,000 nelle montagne di Tur Abdin, intorno a Midiat ed al convento di Der Amer; le rovine di settanta vasti monasteri [621] attestano l'importanza, che ebbe in altri tempi la setta. Gli Scemsieh, Yezidi o "Adoratori del Diavolo" hanno pure nell'alta Mesopotamia i loro ritiri del Singiar, dove goderono per molto tempo d'una indipendenza quasi completa.
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