I primi scavi si fecero soltanto nel 1843, sotto la direzione di Botta, console francese a Mossul; fu il principio di quelle esplorazioni sotterranee, che hanno svelato tutta un'arte sconosciuta e fatto nascere una scienza nuova, svolgendo gli annali dell'Assiria, rappresentando le cerimonie e le feste del suo popolo. Ma restano ancora grandi scoperte da fare. Anche il colle di Kuyungiik, frugato specialmente dagli archeologi inglesi, Layard, Loftus, Smith, non è conosciuto nella sua totalità; non si hanno che i piani parziali dei due palazzi, che vi sono stati scoperti e da cui si sono estratti i famosi colossi, del peso di trenta a quaranta tonnellate, ora collocati nelle sale del museo britannico, e, avanzi più preziosi ancora, biblioteche intiere, composte di tavolette in terracotta, delle quali ognuna era come la pagina di un libro. Il colle di Giona, restò inesplorato fino al 1879: l'edicola, che lo domina, le tombe musulmane, che ne coprono le pendici, il piccolo villaggio, che si rannicchia alla sua base, unico gruppo di case che si trovi sul posto dell'antica Ninive, impedirono per gran tempo che questo luogo sacro fosse "profanato" dalle mani dei giaurri. Il caldeo Hormuzd Rassam ha riconosciuto recentemente sotto la montagnola gli avanzi d'un palazzo di Sennacherib.
La rovina meglio studiata, fra tutti questi avanzi di città assirie, è quella di Khorsabad o Khos-robat, una ventina di chilometri a nord-est di Mossul, ben lungi dei limiti di Ninive: era, secondo l'espressione del signor Perrot, la "Versailles d'un Luigi XIV assiro". La città era piccola, non coprendo nemmeno 3 chilometri quadrati, ma la sua cinta è la meglio conservata di tutte, ed il palazzo, esplorato metodicamente da Botta e dal continuatore della sua opera, Place, è fra tutti i monumenti della Mesopotamia il meglio conosciuto nei suoi dettagli.
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