Questo quadro, protetto contro le intemperie dallo sporgere d'una nicchia alta 9 metri, sarebbe ancora perfettamente conservato, se alcuni trogloditi, probabilmente monaci cristiani, non avessero avuto l'idea di scavarvi le loro dimore: le finestre di queste caverne s'aprono, in diverse parti dell'immenso quadro, sul capo e sulla testa dei personaggi.
      [Immagine 067.png - N. 67. -- PAESE DEGLI HAKKARI, VALLE DEL GRAN ZAB].
      Il bacino del Gran Zab è una delle regioni dell'Asia Anteriore, dove il viaggiatore si avventura, a' dì nostri, con molta prudenza. È il paese di montagne dove vivono i Kurdi più bellicosi, che meno hanno subìto l'influenza dei Musulmani, Turchi e degli Arabi, stabiliti nella pianura. Ivi erano anche le cittadelle dei monti, dove le tribù nestoriane, abituate al saccheggio come le altre, sfidarono più a lungo i pascià. La storia non ricorda conquistatori assiri, persiani o greci che abbiano attraversato questo paese temuto. Tutti lo girarono sia a nord, sia a sud, per guadagnare gli altipiani della Persia o della Media, o discendere nelle pianure del Tigri. Il primo viaggiatore europeo, Schulz, che penetrò in questa regione nel 1829, vi trovò la morte con tutti i suoi compagni. I capi kurdi, un dì indipendenti ed ora soggetti alla Turchia, per effetto dei loro dissensi gelosi, risiedono per una parte dell'anno in fortezze circondate da qualche casa; d'inverno, quando le tribù ridiscendono dai loro accampamenti delle montagne, queste piazze forti diventano vere città. La principale è Giulamerk, la capitale dei Kurdi Hakkari, costruita su di un promontorio che domina la riva destra del Gran Zab.