Lontano dal fiume, in piena solitudine delle steppe mesopotamiche, i pastori sciammar s'accampano fra le rovine d'una città, che fu pure capitale e di cui il nome stesso, El Hadhr o Hatra, pare abbia avuto il significato di "Residenza" o "Città" per eccellenza. Sulla riva del Tartar, ruscello sceso dalle valli singiariane, sorge la cerchia della muraglia d'una regolarità perfetta, contenente un tempio del Sole, la cui facciata è volta ad oriente. Questo edifizio, sontuosamente adorno di scolture, data dall'epoca dei Sassanidi, ma riposa su frammenti molto più antichi, e numerose rovine ricordano i tempi caldei [654].
[Immagine 069.png - N. 69. -- BAGDAD].
Sul Tigri, i rari gruppi di case moderne sono annunziati di lontano da oasi di coltivazioni. Fra Mossul e Bagdad, una sola di queste zone di giardini, che si stende lunghesso la riva, offre una popolazione abbastanza densa, l'oasi di Tekrit, situata a valle della trincea o fattha dell'Hamrin, dove si vedono sorgenti di nafta scaturire dal fondo del fiume in bolle nere e coprire in lontananza l'acqua giallastra colle loro pellicole iridiscenti [655]. Un enorme castello diroccato, dove nacque Saladino, domina le case basse della borgata moderna di Tekrit. Una delle numerose Eski Bagdad o "Vecchia Bagdad", presso la presa d'acqua del Nahrwan, occupa il posto d'una città sconosciuta, forse Harunieh, la città del famoso califfo Harun ar Rascid; Samara, che si vede egualmente sulla riva sinistra, nella pianura bagnata dai canali derivati dal Nahrwan, non è più che un piccolo villaggio, ma nel secolo nono era capitale dell'impero dei califfi.
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