Là presso si vedono gli avanzi d'un baluardo di terra, che gli Arabi chiamano la "muraglia di Nimrud". È forse un frammento della "muraglia Medica", il baluardo, che difendeva un tempo le campagne della bassa Mesopotamia dalle scorrerie dei barbari del nord?
Bagdad (Baghdad), che porta ufficialmente il nome di Dar-es-Salam o "Dimora della Pace", sorge nel posto di un'antica città, del cui nome Oppert trova la spiegazione nella parola persiana Bagadata o "Diodato";[656] ma non restavano più che rovine, quando Bagdad fu ricostruita nella seconda metà dell'ottavo secolo da Abu-Giaffar-Al-Mansur: essa si trova in una regione, dove l'incrocio delle vie storiche doveva necessariamente far sorgere una gran città. Distrutta in un punto della regione, la capitale doveva rinascere in un altro; ora era Ctesifonte, ora Seleucia: così da un albero atterrato spuntano nuovi germogli. In questo punto il Tigri è tanto vicino all'Eufrate, che i due fiumi, uniti dai loro canali, formano uno stesso sistema idrografico; la valle della Diyalah viene a raggiungere il Tigri e presenta la miglior porta d'ingresso per salire verso l'altipiano iranico e penetrarvi per la breccia più facile delle montagne esterne. Come Erzerum per la Media, così Bagdad per la Persia propriamente detta è il punto di partenza obbligato delle carovane. Ma la sua importanza medesima attirava i conquistatori: vi sono poche città, dove tante rovine abbiano rialzato il suolo. Mentre scavando la terra, si trovano ancora avanzi di gallerie, i cui mattoni portano il nome di Nabucodonosor,[657] non si sa nemmeno dove si debbano cercare le vestigia del palazzo, che abitava il fastoso Harun ar Rascid, contemporaneo di Carlomagno: Bagdad non conserva più di quell'epoca di ricchezza e di potenza che i muri spogli della tomba di Zobeide, la moglie preferita di Harun.
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