Pagina (488/1124)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Recentemente si è trattato di creare una scuola francese in Oriente per l'insegnamento dell'arabo [659]. Bagdad ha persino, - cosa rara in Oriente, - qualche cura della sua igiene: a nord, sulla riva sinistra del Tigri, si stende un bel "giardino del popolo", irrigato da ruscelli abbondanti, che alimenta una pompa a vapore. Il più gran disastro che abbia colpito Bagdad nel corso del secolo, è la peste del 1831: essa le fece perdere, colla morte o colla fuga, i tre quarti degli abitanti. La peste del 1849 e quella del 1877 hanno pure menato stragi nella capitale della Mesopotamia, ma una migliore organizzazione sanitaria, maggiori facilità di spostamento ed una maggiore quantità di benessere fanno diminuire regolarmente l'intensità del flagello. Bagdad è meglio protetta d'una volta contro le inondazioni: il muro di cinta è circondato da un'alta diga, che non possono superare le acque straripate; al minimo allarme, i soldati vanno ad accamparsi sull'argine e lavorano per colmare le breccie e consolidare i punti deboli [660]. Il "dattero di Bagdad", altra forma del "bottone d'Aleppo" colpisce quasi tutti gli abitanti della città, indigeni o stranieri.
      I Turchi sono rimasti stranieri a Bagdad; la loro nazione non è rappresentata in Mesopotamia che da impiegati e soldati. La città è araba pel patriottismo locale così come per il dialetto ed i costumi. Gli Ebrei formano almeno un quarto della popolazione urbana, abbastanza numerosi per avere conservato l'uso della loro lingua, che parlano non meno bene dell'arabo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





Oriente Oriente Tigri Bagdad Mesopotamia Bagdad Aleppo Turchi Bagdad Mesopotamia Ebrei