Anah è la capitale ed il mercato principale dei beduini nomadi, che accampano nelle pianure fra la Siria e l'Eufrate, ed il commercio vi è notevole. Dirimpetto, sulla riva sinistra, il borgo di Ravah è il punto di partenza delle numerose carovane che vanno a raggiungere il Tigri al borgo di Tekrit.
A valle d'Anah si succedono le piccole città insulari di Hadihah, el Uz, Giibbah, poi viene Hit, celebre per le sue sorgenti d'asfalto, che forniscono il bitume per la costruzione dei battelli; una delle fontane di nafta scaturisce inesauribile dalla sommità di una collina aperta a guisa d'una caldaia [682]. Hit è pure uno scalo importante del commercio di transito fra i due fiumi, ma il porto per eccellenza è Felugiah, dove sbocca la strada più breve fra Bagdad e l'Eufrate. Ad ovest del meandro, che descrive il fiume, si stendono le fertili pianure di Saklaviyah, dove pascolano a diecine di migliaia cammelli e cavalli arabi, celebri in tutto l'Oriente. I pascoli di Saklaviyah continuano a sud fino alle paludi che orlano l'Eufrate nell'antica Babilonia. Il borgo di Mosseib, sulle due rive del fiume, è animatissimo come luogo di passaggio dei duecentomila pellegrini che ogni anno si recano da Bagdad a Kerbela. A Mosseib, secondo i progetti di Midhat-pascià, doveva essere gettato sul-l'Eufrate il gran ponte della strada ferrata.
La "grande Babilonia", il cui nome designa ancora nel mondo le città immense, nelle quali sorgono gli edifizî suntuosi e dalle quali s'inghiottono le ricchezze delle terre circostanti, non è più che una pianura sparsa di montagnole, mucchi di mattoni crollati, che furono un tempo palazzi e templi.
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