Più a sud, sempre sulla stessa riva, è la montagnola d'Amran, nel posto probabile dei giardini pensili: nei tempi che seguirono la morte d'Alessandro, questa montagnola serviva di necropoli, senza dubbio a causa dei vantaggi che offrivano, pel deposito dei morti, le gallerie a vôlta sulle quali riposavano le terrazze [684]. Più a sud, nell'oasi delle palme, dove si trova ora il villaggio di Giumgiumah, stanno le rovine di quello che fu il bazar di Babilonia, e ne sono state estratte oltre tremila tavolette, che rivelano la storia finanziaria della città caldea [685]. Sulla riva destra, dove giace Hilleh, che Oppert crede fosse il quartiere industriale,[686] le montagnole sono rare, e non si vedono più traccie del palazzo che Semiramide aveva eretto dirimpetto al Kasr della riva opposta.
[Tavola 35.png - MONTAGNOLA DI BABIL. Da un disegno inedito del signor Felice Thomas].
La causa di questa scomparsa completa di monumenti della parte occidentale di Babilonia deve essere attribuita alle erosioni del fiume, che si sono principalmente prodotte sulla riva occidentale. Vasti lembi di terreno sono stati portati via coi mucchi di rovine che li coprivano, e nel loro luogo si sono depositate terre nuove. Tuttavia un monumento sussiste ancora, a sud-ovest, sul posto dell'antica Borsippa, presso a paludi che fiancheggiano a distanza la riva destra del fiume, e questo avanzo è precisamente quello che la leggenda rappresenta come il resto dell'edifizio più antico del mondo; Birs-Nimrud sarebbe la "torre-di Babele", la cui cima doveva "toccare il cielo" e dove seguì il prodigio della "confusione delle lingue"; i crepacci della montagnola sarebbero le tracce della folgore lanciata contro gli audaci fabbricatori.
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