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      L'arsenale turco è posto 5 chilometri a monte, presso la piccola città commerciale di Maaghil [698].
      Intorno a Bassorah e ai suoi sobborghi, le palme crescono a centinaja di milioni nel suolo umido. Le radici dei datteri sono immerse nel fiume che straripa due volte al giorno: a questa inondazione giornaliera i datteri di Bassorah debbono, a quel che si dice, il loro impareggiabile sapore;[699] ma l'albero ha minor durata che in un terreno più asciutto: in venti anni è già imputridito e la piantagione deve essere rinnovata. Il palmeto di Bassorah orla la riva destra dello Sciat-el-Arab per una lunghezza di una sessantina di chilometri, e la sua larghezza è in certi punti un sesto di questa distanza. Sulla riva opposta appartenente alla Persia, si vedono soltanto gruppi di dattolieri, tenuti male. Ordinariamente si attribuisce questo contrasto spiccato alla differenza delle amministrazioni, e se ne conclude che il regime turco è preferibile a quello della Persia. Ma gli Ottomani non hanno alcun merito della prosperità dei palmeti di Bassorah; questi appartengono quasi interamente agli Arabi del porto di Koveit, costituente una specie di repubblica indipendente. Ad essi è dovuta la bellezza di questo giardino, nel quale crescono "settanta varietà di datteri", alberi da frutta di tutte le specie e macchie di rose. Dopo l'apertura del canale di Suez, il valore dei datteri di Sciat-el-Arab è sestuplicato, e tuttavia fino dalla metà del secolo il valore totale dell'esportazione saliva a 2 milioni di lire.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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