Qui è l'originalità dell'opera compiuta nella storia del mondo dagli abitanti della Penisola anatolica. Si può dire che questo paese si compone di due paesi chiusi l'uno nell'altro: è una terra d'Asia incastonata in un litorale d'Europa.
Come regione di passaggio pei popoli dell'Oriente, l'Asia Minore forma il prolungamento naturale degli altipiani dell'Armenia e dello "stretto medico"; ma questa estremità dell'Asia doveva essere una stazione per le tribù in marcia. Solo a nord-ovest, là dove il mare, al Bosforo ed all'Ellesponto, si restringe fino alle dimensioni di un fiume, le migrazioni potevano compiersi senza difficoltà da un continente all'altro; in ogni altro punto, le relazioni fra l'Europa e l'Asia, rese difficili da vasti spazi marittimi, si facevano non per lo spostamento delle popolazioni stesse, ma per mezzo del commercio e delle spedizioni di guerra. Del resto, le differenze del suolo e del clima fra gli altipiani dell'interno ed il contorno frastagliato delle terre basse avevano per conseguenza il contrasto degli abitanti: la zona di transizione fra l'Asia e l'Europa, fra Joni da una parte, Lidi e Frigi dall'altra, si trovava nella Penisola stessa; nell'Asia Minore per opera del genio degli Elleni rivieraschi, seguì quella meravigliosa elaborazione di tutti gli elementi d'arte, di scienza, di civiltà provenienti dalla Caldea, dall'Assiria, dalla Persia, dal mondo semitico ed anche, indirettamente, dal lontano Egitto; essi misero in opera tutti questi materiali stranieri e da essi tutto questo nuovo patrimonio venne trasmesso ai loro fratelli di razza nelle isole dell'Arcipelago e sulle coste continentali della Grecia.
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