In tutta la Penisola, talune vette chiamate Davr e Davri sono altrettanti Tauri, con una denominazione appena modificata. Secondo la maggior parte degli scrittori dell'antichità, il Tauro è l'insieme di tutte le linee di displuvio, che, dai promontorî occidentali dell'Asia Minore alle spiagge ignote dell'Estremo Oriente, formano il diaframma dell'Asia. Oggi questo nome è ancora applicato in modo generale a parecchie catene distinte dell'Asia Anteriore, ma si ha cura ordinariamente di precisare ogni regione delle montagne coll'indicazione della provincia in cui sorgono. Così il Tauro armeno è l'insieme dei gruppi dell'Armenia sud-occidentale che attraversa l'Eufrate per isfuggire verso le pianure della Mesopotamia; il Tauro cilicio è il bastione d'angolo che sorge a sud-est dell'altipiano dell'Asia Minore sopra la valle del Seihun; poi il Tauro d'Isauria, di Pisidia, di Licia si succedono da est ad ovest. I nomi turchi locali, il cui senso è meno vago, s'applicano alle prominenze montuose aventi una individualità precisa.
Mentre nell'alta Armenia e nel Ponto, a nord del Murad, l'ossatura continentale è formata dalle catene pontiche, vicine al mar Nero, verso il Mediterraneo la spina dorsale delle terre emerse si riporta nell'Anatolia; ma uno spartiacque trasversale riunisce i due sistemi di montagne, seguendo la direzione dal nord-est al sud-ovest, che è quella di tutte le linee del rilievo geografico in questa parte dell'Asia Minore, monti, valli e spiagge. La prima giogaja dello spartiacque, che congiunge le Alpi pontiche al sistema delle Alpi cilicie, è il Karabel-dagh, interposto fra la gran curva dell'Eufrate ad Eghin e gli affluenti superiori del Kizil irmak.
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