I gruppi che stanno di fronte al Tmolo, a nord della valle d'Alascehr, sono in parte di formazione vulcanica, ed una delle pianure che racchiudono è il "Paese Bruciato", la Katakekaumene dei Greci. Un cono d'eruzione, il Kara Devlit o il "Calamajo Nero", che si eleva a circa 150 metri sulla pianura di Kula, è composto interamente di ceneri e di scorie nerastre, che cedono sotto il piede. Ad ovest del Calamajo Nero, due altri coni d'eruzione con cratere regolare si succedono ad 11 chilometri d'intervallo e, come il Kara Devlit, danno origine a colate di lava, che discendono dal nord verso l'Hermus; il cono più occidentale, il Kaplan Alan, "Antro della Tigre", presenta una coppa terminale di una periferia di 800 metri. Da un numero sconosciuto di secoli queste bocche hanno conservato le asprezze della loro superficie; come ai tempi di Strabone, esse meritano pienamente il nome di Paese Bruciato: sterili e neri, questi fiumi di scorie contrastano in modo sorprendente colle verdeggianti campagne che li fiancheggiano. Oltre ai tre coni eruttivi, dai quali s'espandono queste lave relativamente moderne, probabilmente della stessa età dei vulcani d'Alvernia, ve ne ha parecchi altri che si distinguono soltanto pel loro profilo e che portano la medesima vegetazione dei paesi circostanti; i loro pendii sono coperti di vigne e di campi coltivati, come la pianura, che li circonda; infine sugli altipiani di scisto e di marmo sorgono altri vulcani, che datano da un'epoca anteriore [729]. Ad ovest della Katakekaumene, un piccolo orlo di montagne, il Kara dagh, accompagna a nord la valle dell'Hermus; l'altipiano che essa sostiene s'è sprofondato o piegato verso il centro, racchiudendo come in un circo ovale il lago di Mermereh, il cui livello è di poco superiore a quello del mare [730].
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