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      Ad est dell'Olimpo "dalle pieghe numerose", altre montagne, meno alte e dirupate dai torrenti, si prolungano verso la valle del Sakaria. Questo fiume attraversa strette forre, fra pareti verticali o rapidi dirupi, ma le vette vicine hanno un'altezza relativamente piccola sopra l'altipiano. Le montagne propriamente dette ricominciano soltanto ad oriente del Sakaria e della regione delle steppe, che occupano il centro dell'Asia Minore.
      Nel loro insieme, le diverse giogaje montuose che sorgono sull'altipiano fra il bacino del Sakaria e quello del Kizil irmak, del pari che fra il bacino del Kizil irmak e quello del Yescil irmak, sono baluardi di poca altezza relativa, diretti in senso da sud-ovest a nord-est. Solo un piccolo numero di queste catene giunge all'altezza di 2,000 metri; parecchie sono semplici rigonfiamenti allungati coperti di pascoli, yaila frequentati soltanto da pastori, ma probabilmente destinati un giorno a ricevere forti popolazioni sedentarie, perchè il suolo è fertile, e l'aria, continuamente rinnovata dalle correnti superiori, che passano sopra i bassifondi e le steppe paludose, è d'una purezza perfetta; questi altipiani erbosi sarebbero mirabili stazioni di salute per gli abitanti di Costantinopoli e delle città del litorale [734]. Fra tutte le catene di questa regione, la più alta è l'Ala dagh, uno di quei numerosi "monti Variegati" o forse "monti Divini" dei paesi di lingua turca; le sue punte culminanti misurano oltre 2,400 metri. Si compone di cinque baluardi paralleli, che s'abbassano in dolci pendii verso le alte terre circostanti e racchiudono graziose vallate, che verdeggiano fra le loro pareti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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