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      Questo lago è il Sabangia, l'antico Sophon, il cui livello è a 31 metri su quello del mare. Paragonato ai bacini dell'altipiano, ha una grande profondità, giacchè lo scandaglio non tocca il letto che a più di 36 metri;[742] tuttavia non è che un avanzo di mare interno, perchè il suolo circostante si compone di terre polverulente, depositate dalle sue acque e che il minimo soffio d'aria solleva in nuvole di polvere. A sud, alte colline coperte di cespugli e di boscaglie contrastano cogli aridi dirupi della riva opposta. Sembra a prima vista che il lago di Sabangia sia indicato dalla natura come il porto interno di una via navigabile fra il mare di Marmara ed il mar Nero per il golfo d'Ismid ed il corso inferiore del Sakaria; dalle alture che dominano la valle, si direbbe che basterebbe un piccolo scavo per unire i due mari. Plinio il Giovane aveva proposto a Trajano quest'opera di canalizzazione, e qualche traccia che si vedeva al suo tempo, attestava che l'impresa era stata già incominciata da Mitridate, da Serse, o da qualche altro sovrano. Il progetto fu ripreso in diverse epoche, dal regno di Solimano il Magnifico in poi, gl'ingegneri si accinsero più d'una volta all'opera, ma senza risultato. V'è di mezzo un valico troppo alto perchè in un paese così poco commerciale come l'Anatolia valga la pena d'intraprendere questo taglio o la costruzione di una serie di conche fra il golfo di Ismid ed il lago di Sabangia. Secondo la livellazione approssimativa d'Hommaire de Hell, confermata poi da studi precisi,[743] il valico, composto di mollassa consumata dalle acque, giace a 41 metri circa; la ferrovia cominciata passa un poco più in alto.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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