Dal piano superiore, che forma sulla montagna un orlo di cinque o seicento metri, scaturiscono le sorgenti termali più numerose e più abbondanti. Le une hanno una temperatura di 60 gradi, le altre di 50 od anche soltanto 40 o 36; tutte hanno un sapore leggermente acidulo e ferruginoso, tutte sprigionano acido carbonico. Il suolo è ricoperto di strati di travertino ondulato che le fontane hanno deposto; dappertutto si ve-dono le tracce d'antichi letti abbandonati in seguito allo spostamento delle sorgenti, che, dopo avere innalzato i loro margini e le sponde dei loro canali di scolo, si sono aperte uno sbocco più abbasso. Alcuni ruscelletti termali che non hanno potuto sfuggire per una fessura laterale, non hanno cessato di elevarsi sopra l'altipiano e scorrono nella scanelatura superiore di un'alta muraglia che i depositi dell'onda eccedente hanno orlato di stallatiti. Uno di questi muri di concrezioni, perforato alla base da un ruscello d'origine recente, non ha più conservato che il suo strato superiore, travatura naturale, frangiata di pendenti che somigliano ai ghiacciuoli delle cascate. Questi fenomeni di "trasformazione dell'acqua in pietra" colpivano vivamente gli antichi. Strabone dice che l'acqua di Hierapolis passa così rapidamente allo stato solido, che, conducendola per un canale, questo è tosto sostituito da un muro monolitico. Secondo Vitruvio, gli abitanti avrebbero così innalzato dei muri di divisione intorno ai loro campi. Al tempo di Strabone c'era presso Hierapolis una caverna da cui si sprigionava del gas acido carbonico, letale a chi lo respirava: gli esploratori moderni hanno invano cercato questo antro di vapori [753].
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