[Tavola 39.png - CASCATA DI PAMBUK-KALEH O TAMBUK. Disegno di Taylor, da una fotografia comunicata dal signor Héron].
Ma gli antichi non parlano della vera meraviglia di Tambuk. Tutto il contorno della terrazza superiore è rigato di cascate, ed anche là dove le acque non discendono più in masse e getti, le pareti vicine, formate da concrezioni che altri ruscelli depositarono nella loro fuga, sembrano, esse stesse, altrettante cateratte: davanti a queste masse d'un bianco latteo, i cui gradini si succedono sul fianco della montagna, par d'essere davanti ad un torrente solidificato: pare che il Niagara si sia improvvisamente fermato. Delle sei grandi cateratte di pietra una specialmente colpisce lo spettatore per le sue dimensioni prodigiose: è la balza meridionale, situata immediatamente sotto le rovine dell'antica Hierapolis. Le concrezioni calcari depositate dalle fontane di Tambuk sono nel novero delle più sorprendenti formazioni della terra; in nessuna parte il lavoro lento e continuo della goccia d'acqua si mostra sotto un aspetto più grandioso. In un cavo della terrazza superiore, a piè dei lunghi declivi della montagna, parecchie sorgenti s'uniscono in una piscina di oltre 3 metri di profondità, sparsa di cornicioni spezzati e di fusti di marmo bianco, rovine d'un portico crollato. Un ruscello termale, sfuggendo dalla piscina, attraversa l'altipiano e penetra sotto le vôlte d'un palazzo o ginnasio, di cui ha coperto le pareti con uno strato di 5 metri, poi s'unisce ad un altro filo termale e si spande di gradino in gradino sull'orlo della balza.
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