Sulla costa sud-occidentale di Licia, il porto di Patara è del pari diventato un lago o meglio una palude; ma un cambiamento molto più notevole s'è compiuto in Panfilia, sul litorale settentrionale del golfo d'Adalia. Là, al tempo di Strabone, si stendeva il lago "vastissimo" di Capria, sostituito ora da terre umide, qua paludose, altrove coperte di cespugli; lagune stagnanti riempiono i bassifondi, separati dal mare da una spiaggia di sabbia gialla che ombreggiano i pini marittimi, Tchihatcheff calcola a 400 chilometri quadrati la superficie del bacino lacustre della Panfilia, che fa attualmente parte della terraferma. Ma non sono soltanto le alluvioni che hanno colmato l'antico serbatoio: innumerevoli sorgenti sature di calcare, come le fontane di Tambuk, l'hanno depositato in forma di crosta sul suolo così rapidamente che le erbe e le foglie sono già pietrificate prima d'aver perduto il loro colore:[756] in certi punti l'acqua scorre da sopra le balze al mare, ed enormi stalattiti sono sospese sopra le onde. Presso Adalia si vede distintamente che la fronte delle balze verticali s'è avanzata di 300 metri almeno, grazie a questi continui depositi. I fiumi che hanno coperto la regione di strati di travertino, cambiano incessantemente di corso: innalzando a poco a poco il loro letto di pietra sopra le pianure circostanti, finiscono con lo scorrere in alti acquedotti; tosto o tardi le sponde cedono in qualche punto debole e l'onda si precipita per la breccia laterale per formare un altro letto; altrove le acque correnti spariscono nel suolo poroso sotto arcate naturali.
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