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      Così la zona occidentale della costa compresa fra Costantinopoli e Sinope è esposta ai freddi rigorosi dell'inverno, ai forti calori dell'estate; ma ad est il clima "bizantino" si modifica, a misura che verso il nord-est, al di là del mar Nero, l'alto baluardo del Caucaso s'interpone contro le correnti del polo ed il litorale anatolico: le differenze sono minori dall'inverno all'estate; gli alberi, che non si avventurano sulla costa inospite dell'ovest, prosperano sulla riva delle baie orientali sotto il dolce clima "trapeziano"; l'olivo, poi l'arancio fanno la loro comparsa intorno alle città ed ai villaggi, e magnifici pini pinea crescono allo stato selvatico sui pendii delle colline. La valle del Tscioruk, giusta il botanico Koch, sarebbe la patria di quest'albero, che caratterizza la zona mediterranea [767].
      Le coste occidentali dell'Asia Minore, bagnate dal mar Egeo, sono attraversate da isoterme leggermente oblique ai gradi di latitudine: fa un po' più freddo in media sul litorale jonio di quello che nei porti situati dirimpetto sulle coste di Grecia. Le oscillazioni del clima sono pure in generale più brusche e più ineguali che dell'altra parte dell'arcipelago. Le isole disseminate davanti al litorale ed i numerosi frastagli della terraferma modificano all'infinito il regime annuale dei venti; i focolari d'attrazione locali dividono in mille fili distinti le correnti atmosferiche; ogni capo, ogni stretto ha il suo vento speciale temuto dai marinai; all'imboccatura d'ogni golfo si stabilisce un conflitto fra le zone di temperatura diversa che discendono dalle montagne e rimontano dal mare.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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