L'Anatolia è uno dei paesi del bacino mediterraneo, dove la malaria è più temibile: la febbre è la "sovrana della Penisola". Tanti fiumi hanno cambiato di letto, seminando la campagna di stagni e di paludi, tante paludi si sono formate con le inondazioni od il ritirarsi del mare, tanti laghi si asciugano e si riempiono alternativamente, mescolando le acque dolci alle acque salate, che una gran parte della pianura e dell'altipiano è sempre pregna d'un'atmosfera avvelenata. Non v'ha dubbio che dai bei tempi della civiltà jonica il clima dell'Asia Minore ha perduto della sua salubrità: le rovine di città che sorgevano un tempo in regioni diventate inabitabili, parlano di questi cambiamenti; quando le spiaggie delle paludi emergono al sole, veder Mileto è morire. Fu un tempo in cui i fiumi erano mantenuti nei loro letti ed i vapori erano arrestati da cortine d'alberi; la distruzione delle foreste ha deteriorato il clima. Il diboscamento è stato così completo in più di tre quarti della Penisola che l'aria contaminata delle pianure e delle valli è portata dal vento fin sulle alture senza incontrare una massa di vegetazione che l'arresti. Gl'indigeni sanno benissimo scegliere pei loro yaila od accampamenti d'estate i siti delle montagne, che le rupi o i dossi proteggono contro le emanazioni delle paludi inferiori. In certi distretti, i villaggi della pianura sono completamente abbandonati nella stagione calda; anche le amministrazioni si spostano; mendicanti e ladri seguono gli abitanti dei villaggi nella montagna.
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