Tradizioni, riferite già nell'Iliade, attribuiscono ad una popolazione della Penisola i primi allevamenti di muli.
Una delle specie più caratteristiche dell'Asia Minore è la cicogna: è difficile figurarsi un paesaggio anatolico senza questo uccello, appollaiato sopra un cipresso, o in atto di volare con il collo teso, le gambe allungate. Vi sono villaggi in cui le famiglie di cicogne sono più numerose di quelle degli uomini; quando l'aratro rivolta la terra, i trampolieri seguono a schiere l'agricoltore passo passo; all'epoca delle migrazioni annuali, dai quartieri d'estate in Asia Minore ai quartieri d'inverno in Egitto, se ne vedono a volte fin venticinque o trentamila riunite sulle rive delle paludi [786]. Le cicogne, come le cornacchie, le piche, le rondini, sono preziosi alleati pel coltivatore, quando i nugoli di cavallette s'addensano nelle campagne; ma l'uccello che gl'indigeni accolgono più volontieri è lo smarmar (turdus roseus), merlo roseo dalle ali nere, che insegue le cavallette con rabbia, uccidendo gl'insetti non solo per nutrirsene, ma anche pel piacere di sterminare. Un ingegnere francese, il signor Amat, ha veduto gli abitanti d'un villaggio accampare sotto la tenda per lasciare questi uccelli provvidenziali liberi di nidificare comodamente nelle loro case.
Gli abitanti dell'Asia Minore sono di diversissima origine. La Penisola, estremità occidentale della parte anteriore del continente, era un luogo di convergenza naturale per le tribù guerriere, nomadi o commercianti venute dal sud dell'Oriente e dal nord-est.
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