La bontà naturale dei Turchi si stende quasi sempre agli animali domestici, ed in certi distretti gli asini hanno ancora diritto a due giorni di congedo ogni settimana. Gli uccelli di cortile, presieduti dalla "pia" cicogna, che si appollaia su d'un ramo di platano o sul culmine della casa, presentano del pari il quadro d'una famiglia felice. Nei villaggi dove sono rappresentate le due razze preponderanti, i Turchi ed i Greci, non è necessario entrare nelle case per conoscere la nazionalità di quelli che le abitano
: il tetto del Turco è designato dalla cicogna [794].
Sebbene discendenti dalla razza conquistatrice, nella quale si reclutano soprattutto gl'impiegati del governo, i Turchi non sono meno oppressi delle altre nazionalità dell'impero, e nelle ambasciate nessuno intercede in loro favore. L'imposta appaltata ordinariamente ad Armeni, divenuti in realtà i peggiori oppressori del paese, grava pesantemente sui poveri Osmanli, schiacciati inoltre da molti altri carichi. Quando passano dei funzionarî e dei soldati, gli abitanti dei villaggi sono costretti a provvedere gratuitamente a tutti i bisogni dei visitatori, e spesso questa ospitalità forzata li impoverisce tanto, quanto li avrebbe impoveriti un saccheggio regolare. Quando la voce pubblica annunzia il passaggio imminente d'impiegati o di militari, gli abitanti dei villaggi abbandonano le loro case e vanno a rifugiarsi nelle foreste e nelle gole delle montagne [795]. La coscrizione pesa unicamente sui Turchi, come se il sultano volesse mutare a spese della sua razza il centro di gravità delle popolazioni, ed in un popolo, presso il quale i sentimenti della famiglia sono tanto sviluppati, questa tassa del sangue è specialmente abborrita.
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