Si può dire che il grossolano insieme di parole della lingua franca non esiste più; è già sostituito da un parlare italiano e dal francese. Un altro gergo levantino è in via di sparire: lo spagnuolo, cioè il dialetto adoperato da Ebrei cacciati di Spagna, mescolandolo con termini ebraici, e che i Castigliani intenderebbero a stento. A poco a poco l'educazione sostituisce le lingue civili ai parlari informi. Con un lieto stupore il francese, sbarcando a Smirne, ode dovunque risuonare la sua lingua, che le persone istruite hanno adottato come loro idioma comune e pronunziano del resto con una notevole purezza. Così il francese letterario, per gli Armeni e gli Ebrei, del pari che per i Greci ed i Levantini, è diventata la "lingua franca" moderna.
Il rilievo stesso del suolo ha aggruppato sul litorale le popolazioni più numerose; a misura che si va lontani dalle coste, gli abitanti si fanno più rari e si finisce per attraversare veri deserti. Le città, i villaggi popolosi si trovano in grandissima maggioranza nelle vicinanze del mare; come nella penisola Iberica, colla quale l'Asia Minore offre tanta rassomiglianza, la densità di popolazione diminuisce dalla periferia all'interno. Tuttavia gli elevati altipiani dell'Anatolia hanno, come quelli della Spagna, un certo numero di città importanti, tappe forzate del commercio che si fa da un litorale all'altro. La linea di displuvio fra un versante del mar Nero e quello del mar di Cipro è press'a poco il confine preciso fra due stili d'architettura: a nord i tetti inclinati, coperti di tegole; a sud terrazze d'argilla battuta o di ghiaia minuta, qualunque siano del resto le condizioni del clima [800].
| |
Ebrei Spagna Castigliani Smirne Armeni Ebrei Greci Levantini Iberica Asia Minore Anatolia Spagna Nero Cipro
|