La valle superiore del Ghermili, il principale affluente del Yescil irmak, comincia nel cuore delle montagne pontiche, fra pendii erbosi. Il capoluogo di questa regione alpestre è uno di quei numerosi Kara hissar o "Castello Nero", chiamati così dalle fortezze diroccate che sorgono su rupi a picco. Il Kara hissar dell'Anatolia nord-orientale è indicato specialmente col soprannome di Sceb-khaneh, Sciabanah o Sciabin, causa le miniere d'allume che si cavano nelle vicinanze ed i cui prodotti sono trasportati attraverso il Gumbet-dagh al porto di Kerasun; un tracciato di strada carrozzabile, non ancora eseguito, collega questa città ai moli di Tireboli. Sciabin Kara hissar, appollaiata in alto su di una roccia isolata, in un anfiteatro di montagne, è a più di 1,600 metri d'altezza. L'altra città commerciale della valle, Niksar, l'antica Neo-Caesaria, è a 500 metri soltanto; si trova a 50 chilometri appena dal confluente delle due braccia maestre dell'Iris. Nel mezzo della sua vasta foresta d'alberi fruttiferi si vedono alcuni avanzi delle fortificazioni romane di Nuova Cesarea. Codesta città, la Cabira di Strabone, sarebbe stata la residenza di Mitridate. Quasi tutta la popolazione normale dei dintorni si compone di Kizil bash [802].
Tokat, la capitale del bacino superiore dell'Iris o Tosanli su, è una delle grandi città dell'Anatolia interna ed uno dei principali luoghi di tappa sulla strada da Costantinopoli all'alta Mesopotamia. I suoi sobborghi si prolungano molto nelle valli laterali fra giardini; a 12 chilometri più a monte sorgeva la suntuosa Comana pontica,[803] dove si vedono ancora alcuni avanzi di tempî murati in un ponte bizantino gettato sull'Iris.
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