La rupe, che ha valso all'importante città il suo nome di Castello Nero, è un cono di trachite, che s'eleva isolato nella pianura, coronato di mura e di torri; a nord un semicerchio d'altri monticelli di trachite forma corteggio alla rupe centrale; i campi di papavero circondano i giardini, frammisti di frumenti e d'altre coltivazioni. A nord, di là delle colline, una pianura stretta contiene una città, che pare d'origine antichissima: Eski Kara hissar o il "Vecchio Castello Nero". Vi si vedono alcuni dei più bei marmi scolpiti dell'Asia Minore, tombe, bagni e colonne, che provengono da cave abbandonate. I marmi cristallini, circondati di trachiti, che hanno modificato gli strati dei calcari contigui, presentano una grande varietà di tinte, bianche, bluastre, gialle venate e macchiate [818].
La regione delle sorgenti del Sakaria, ricca di rovine, è ora assai scarsamente popolata. Gli avanzi di Hergan-kaleh, che coprono una vasta pianura, sarebbero, secondo Hamilton, quello che resta dell'antica Amorium, e Texier ha riconosciuto nei frammenti di colonne e di fregi sparsi intorno al villaggio di Baia hissar, le rovine di Pessinus o Pessinunte, abitata dai Galli o Galati, che avevano edificato un tempio a Cibele la "Gran Madre"; le loro rovine sono utilizzate come una cava. La città moderna, succeduta alle città greche e galate, è Sevri hissar o "castello dei Pitoni", costruita a più di 1,000 metri d'altezza, alla base meridionale d'una rupe granitica, difficile ad ascendere, che porta a mezza costa gli avanzi d'un castello.
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