Fra Lesbo e il golfo di Smirne, il golfo di Tsciandarlik, temuto dai naviganti, s'addentra molto nelle terre: ivi mette foce il fiume Bakir, il Caicus degli antichi, formando un piccolo delta. La sua valle, di popolazione relativamente assai densa, si distingue per la sua industria. Kirkagatsh o i "Quaranta Alberi", nel bacino che si trova all'origine della valle, è circondata da campi di cotone, che danno la miglior fibra dell'Anatolia, utilizzata in parte in qualche officina locale; Soma, cui domina una fortezza bizantina, è pure una città ragguardevole, il mercato centrale della valle pei cereali; più abbasso, in una vallata laterale, Bergama, dove la popolazione greca supera già l'elemento turco, prepara i marocchini, e numerose concerie fiancheggiano il torrente di Boklugieh, il Selinus dei Greci.
      Bergama è l'antica Pergamo, un tempo una delle città più potenti della Grecia d'Asia. Eretta nei tempi mitici, da "Pergamo, figlio di Andromaca", all'epoca macedone diventò proprietà di Lisimaco e capitale d'un regno, che la dinastia degli Attalidi legò ai Romani: il tempio chiamato "Basilica" e gli altri monumenti, di cui si ammirano gli avanzi, datano da quel periodo. A più di 300 metri sopra la pianura sorge la collina dell'acropoli, assai dirupata da tre parti ed inclinata in pendìo accessibile soltanto dal lato meridionale, dove serpeggia un sentiero, che sale fra gli avanzi delle mura. Limitata ad ovest dal Selino, ad est da un altro torrente, la roccia dell'acropoli, dove sgorga una fontana, è tagliata in pareti verticali, che continuano con muri collegati in una cinta multipla; sulla faccia meridionale della collina palazzi e templi, scaglionati in anfiteatro, univano la città bassa all'acropoli, essa pure piena di monumenti, le cui rovine giacciono al suolo, coperte di terra o nascoste fra i cespugli.