Tuttavia la città sarebbe ben situata pel grande traffico internazionale, come avanporto di Smirne: posta all'imboccatura del golfo, offrendo alle navi un eccellente ancoraggio ed un riparo perfetto, essa ha un solo inconveniente, quello d'esser separata dall'Hermus da aspre colline, e Smirne le rifiuta un ramo di ferrovia, che stornerebbe a pro di Focea una parte del commercio. Sebbene assai fieri della città fondata dai loro avi sulla costa di Provenza, i Focesi d'Asia non sono rappresentati fra i Greci emigrati a Marsiglia.
La valle del Ghediz, le cui alluvioni si protendono molto nel mare, immediatamente a sud delle colline di Focea, come quella di Caico, è popolosissima relativamente alla sua estensione. La città che le ha dato il nome, non è ragguardevole: posta in un circo, cui dominano i dirupi nevosi del Murad dagh e dell'Ak dagh, essa aggruppa le sue case non lontano da una colata di basalto, che si è divisa in masse colonnari per effetto del raffreddamento e nella quale il fiume s'è aperto un passaggio. Dall'alto di queste rocce si vedono distesi ai piedi i tetti piatti, tutti sormontati da un cilindro di marmo, frammento di colonna, che serve per livellare e indurire la terra [838]. Ghediz è forse l'antica città greca di Cadi, ma le grandi rovine si trovano fuori di questo bacino, in una valle alta del Rhyndacus, affluente del Susurlu-tsciai; colà, presso il moderno villaggio di Tsciardu-hissar, sorgeva l'Aizani dei Greci; vi si vedono gli avanzi d'uno stadio e d'un teatro.
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