I "due Fratelli", che dominano l'entrata della rada, il lontane Mimas, che separa il golfo dall'alto mare, la catena del Sipylo, che s'innalza a scaglioni fino alla massa piramidale del Trono di Pelope, la schiena possente del Tmolo, con i villaggi che portano i suoi contrafforti, limitano l'immensa cerchia che si svolge intorno alla rada.
[Immagine 102.png - N. 102. -- SMIRNE].
Smirne, la città più notevole dell'Anatolia e di tutta l'Asia Minore, è per la popolazione la prima città del mondo ellenico dopo Costantinopoli, come per l'influenza viene dopo Atene. A ragione i Turchi le hanno dato il nome di "Smirne l'Infedele": entrando nel porto non si vedono che navi con bandiere europee, e tutti i quartieri che costeggiano la riva, eretti su di un terreno che una società francese ha conquistato sul mare, appartengono a giauri. Tutto porta l'impronta dell'iniziativa occidentale: i viali lastricati di lava del Vesuvio, le rotaie inglesi, le vetture come s'usano in Austria, le case fabbricate sotto la direzione d'architetti francesi da muratori dell'Arcipelago, mentre mattoni, marmi, ferri, pali e quadri di legno, che permettono alle costruzioni di resistere alle scosse del suolo, tutti questi materiali sono stati importati d'oltre mare. Lo straniero non conosce altra Smirne che quella dei Greci e dei Franchi; i Turchi sono respinti nell'interno della città, verso i pendii del monte Pagus; il loro quartiere è un vasto labirinto di povere case di legno, che sarebbero sempre malsane se il fuoco non vi facesse talvolta larghe breccie.
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