Sopra una terrazza del Tmolo, Kaklugia (Kuklugia) domina il panorama della baia. Dall'altra parte del golfo, dirimpetto alla città, il borgo in via d'accrescimento di Cordelio, composto di ville appartenenti alla piccola borghesia, comunica incessantemente con Smirne per mezzo di battelli a vapore. Infine il borgo di Kara tash, dove si trova un gran liceo, e le case di campagna di Goz-tepe, continuano la città a sud-ovest, lunghesso la costa meridionale del golfo; i pendii delle colline, non è molto vasti pascoli, sono già tagliati dalle figure geometriche tracciate dai muri di cinta.
Ma in questa regione smirniota, dove le nuove città nascono intorno alla grande metropoli commerciale, dove sorgeva la Smirne greca? Qual'è il fiume Meles, sulla riva del quale nacque Omero? È questione che divide sempre gli archeologi e sulla quale ancora sono lontani dall'essersi messi d'accordo. Le antiche tradizioni avendo collocato il Meles sotto le mura di Smirne, e questa città essendosi spostata parecchie volte, il nome del fiume è stato sempre trasferito al corso d'acqua della nuova città [854]. I viaggiatori, accettando in generale la tradizione popolare, vedono il Meles nel ruscello, che passa sotto il ponte delle Carovane, e visitano religiosamente presso l'acquedotto un'escavazione che si dice sia la "grotta d'Omero"; altri esploratori credono che il vero Meles sbocchi nell'angolo nord-orientale della rada di Smirne; le rovine della "tomba di Tantalo", le grotte funerarie, l'alta acropoli che corona i dirupi vicini, avrebbero appartenuto all'antica città,[855] e gli avanzi del porto si vedrebbero ancora in un laghetto ed in paludi, che un tempo comunicavano col mare; infine altri archeologi, contemplando la bella sorgente detta Kara bunar, la "Nera Fontana" o più comunemente "il bagno di Diana", assicurano che quest'acqua pura, la quale si dilata in bacino in mezzo alle erbe tremolanti, e discende al mare con un'onda sempre eguale, è proprio il Meles "dall'acqua limpida e piena di fitti giunchi", che descrivono gli antichi autori [856]. Queste sorgenti sono così chiamate "fiumi", titolo più meritato da un'acqua chiara e corrente di quello che da un'onda rapida a primavera, ma disseccata dagli ardori dell'estate!
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