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      In questa vasta distesa, misurante circa 4 chilometri da est ad ovest, non sorge più alcun monumento intatto, ma le rovine s'incontrano ad ogni passo, a testimonio della potenza e dello splendore dell'antica città. Efeso "l'occhio dell'Asia" , dopo Atene, era la gran capitale della confederazione jonica e, come metropoli religiosa, residenza di preti-re, soggiorno della dea temuta, - ad un tempo Anahid, Artemise e Diana, - che regnava sull'Europa del pari che sull'Asia, la "Madre della Natura" e la "Sorgente di tutte le cose?" Nessuna opera umana poteva rappresentarla degnamente; la sua statua più venerata era un ceppo di faggio caduto dal cielo. Otto anni di scavi incessanti, diretti dall'inglese Wood, hanno finito col fargli scoprire, nel 1871, le fondamenta dell'Artemisio, sepolte alla profondità di oltre sei metri, non lontano dal luogo dove sorge la moschea del villaggio d'Aya suluk, eretta essa pure sulle rovine d'una chiesa. Nelle sue ricerche, l'esploratore s'era lasciato guidare dai limiti dei campi per riconoscere la direzione delle antiche vie: ebbe ragione in questa circostanza di fidare sullo spirito conservatore dei contadini; i monumenti sono distrutti, ma i sentieri sussistono.
      [Immagine 105.png - N. 105. - EFESO].
      Il prodigioso edifizio, quattro volte più grande del Partenone, s'è rivelato agli occhi degli archeologi, che possono ricostruirlo col pensiero, colle sue file di colonne scanalate riposanti su basamenti a bassorilievi, con i suoi gruppi di scolture ed i suoi altari, circondati d'ombre, che lasciavano intravedere le colline d'un profilo grave e dolce.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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