Dai gradini del teatro, uno dei più suntuosamente costruiti e dei meglio rispettati dal tempo che siano rimasti dall'epoca di Adriano, si gode una vista impareggiabile delle montagne azzurre dei dintorni e della pianura del Meandro, che va a confondersi in lontananza coi vapori trasparenti dell'orizzonte, resi più leggieri dal contrasto degli edifizî rovinati, d'un tono rosso e nerastro, che sorgono sulla terrazza delle sorgenti.
Buladan, su di un piccolo affluente settentrionale del Meandro, Sarai-koi, sul fiume, a valle dello sbocco del Lycus, sono, come Denizli, mercati agricoli, che spediscono le loro derrate a Smirne per la ferrovia d'Aidin. Più giù, sul versante esposto a mezzogiorno, si mostra Nazli, composta di due borghi distinti, uno dei quali, l'alto Nazli, popolato di Greci, noto specialmente sotto il nome di Bazar, è diventato uno dei principali mercati pei fichi detti "di Smirne". La campagna circostante è una immensa foresta di fichi, all'ombra dei quali crescono l'orzo ed il granoturco; azzurre ghiandaie volteggiano dappertutto sotto il fogliame. Non è molto boschetti d'aranci circondavano le stazioni di Sultan-hissar, ma solo un piccolo numero di questi alberi è sfuggito alla malattia, che fece perire nello stesso tempo tutti gli aranci di Samo. Rovine romane s'incontrano quasi ad ogni passo. Gli avanzi di Nysa, la greca, si vedono su di una collina, sopra Sultan-hissar.
Aidin Guzel Hissar o il "Bel Castello d'Aidin", la grande città della regione del Meandro, dà il suo nome al vilayet, di cui Smirne è la capitale.
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