La terrazza, che la portava, perfettamente limitata da dirupi e collegata alle montagne da un istmo di facile difesa, costituiva una fortezza naturale di 2 a 3 chilometri quadrati, che era resa quasi inespugnabile da muraglie [870]. La città greca fu suntuosa e ricca di belli edifizî; ma questi erano quasi tutti costruiti in mattoni, e da secoli gli abitanti d'Aidin non hanno altra cava; vi sono operai che frugano continuamente il suolo per trarne i mattoni, i soli di cui si possono servire per la costruzione dei forni. In mezzo agli olivi della terrazza, non si vedono che rovine e cimiteri; solo all'estremità occidentale sorge ancora la potente facciata del ginnasio, muro della grossezza di 8 metri, cui attraversano tre porte in piena centina, i "Tre Occhi" (Utsh Goz), pei quali si contempla la valle bassa del fiume. Il feudo di Temistocle, Magnesia del Meandro, che succedè essa stessa ad una città più antica, è sparita, come Tralles, pel lavoro incessante dei cavatori; tutte le murature della ferrovia fra Aidin ed il colle d'Efeso sono state fatte colle pietre prese a Magnesia. Presso ad ammassi informi di rovine è la stazione di Balagiik, celebre pel suo miele e pe' suoi fichi, i migliori dell'Anatolia [871].
Ad eccezione di Sokia o la "Fredda", così chiamata da una breccia della montagna per la quale soffia il vento del nord, la bassa valle del Meandro non ha alcuna città. Sokia, dove i Greci sono in maggioranza, ha acquistato una certa importanza, grazie alle officine per la preparazione della liquirizia, che vi hanno fondato commercianti inglesi; essi esercitano del pari nelle vicinanze miniere di lignite e di smeriglio: che è tutta l'industria del paese.
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