[Immagine 113.png - N. 113. -- PRINCIPALI ITINERARI IN LICIA].
Le rovine sembrano tanto più belle, in quanto le montagne sono tagliate in gole selvaggie, dominate da dirupi grandiosi. Così Pinara, la Minara dei nostri giorni, è circondata di vette, una delle quali s'innalza a parecchie centinaia di metri in forma d'una immensa torre, scavata di tombe a migliaia, intorno alle quale si librano le aquile. Dopochè Fellows ebbe scoperto, per così dire, la Licia, nel suo memorabile viaggio del 1838, gli esploratori visitarono decine e decine di città e borgate licie nelle interne valli e sulle rive del mare. Ecco Tlo, sul fianco delle montagne, che ad oriente fronteggiano le rupi di Pinara; presso Xantho, ecco Patara, col suo gran teatro scavato nella roccia; più in là, sulla riva orientale, sorgevano Phellus e Antiphellus; altre città senza nome, cinte di mura perfettamente conservate, non comprendono che alberi. Fra le rovine recentemente esplorate le più notevoli erano quelle di Giol-basci, scoperte nel 1842 dal viaggiatore Schönborn. Una montagna, dominante ad ovest la valle profonda del Dembra-tsciai, è sormontata da una piccola acropoli circondata di tombe, e da un monumento rettangolare, di cui la facciata principale e le quattro pareti del cortile interno erano ornate di fregi a bassorilievi, aventi complessivamente uno sviluppo di oltre centro metri. Là si svolgevano, ombreggiate dai rami degli alberi, tutte le grandi scene dell'Iliade e dell'Odissea, la caccia di Meleagro, i combattimenti delle Amazzoni e dei Centauri [882]. In uno dei musei di Vienna si ammirano ora i fregi di Giol-basci, scolpiti con tutta la grazia ellenica ed una singolare ricchezza d'invenzione.
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