Mais (Meis, Megiste) o Castelrizzo, piramide insulare di case e fortificazioni diroccate, che sorge al largo d'una baia, non ha importanza che pel suo porto di rifugio e pel suo commercio con Alessandria: le montagne della Licia e della Caramania forniscono legname all'Egitto.
Adalia, la capitale della Panfilia, è considerata dalla maggior parte degli archeologi come Attalea, la città d'Attalo Filadelfo, del quale porterebbe il nome. Disposta in forma di teatro greco, intorno ad un porto circolare che due fortezze difendevano all'entrata, essa arrotonda i suoi scalini sul pendìo d'una collina; dal basso si vede con una sola occhiata la città intera, chiusa da una doppia cinta merlata, fiancheggiata da grosse torri; alcuni avanzi romani sono incastrati nei baluardi e nella muraglia. Circondata di giardini ed allo sbocco d'una pianura ricchissima di cereali, Adalia fa un certo commercio, segnatamente coll'Egitto: l'aspetto fisico della sua popolazione, ed il dialetto locale, attestano del pari l'incrocio fra i Turchi indigeni e gl'immigrati arabi; quasi tutti gli scambi sono monopolizzati da negozianti greci. Le rovine antiche sono numerose in questa regione della Panfilia; ad oriente d'Adalia, sulla spiaggia del golfo, Eski Adalia o "Vecchia Adalia", la Side greca, mostra gli avanzi mirabili d'un teatro; a sud-ovest i resti d'Olbia dominano una vallata verdeggiante, dove gli Adaliani hanno costruito le loro case di piacere presso cascatelle d'acqua; a nord-ovest, su di un altipiano isolato, gli avanzi di Termessus major coprono uno spazio notevole; come in quasi tutte le città greche, il teatro vi occupa, sull'orlo di una balza verticale, il punto da cui la vista si estende sul più vasto orizzonte di valli e di montagne.
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