Se le strade non fossero così rare e così mal tenute, Adalia sarebbe un porto animatissimo, come sbocco naturale dei bacini chiusi, che limitano a nord il Sultan-dagh ed i monti, dove il Meandro ha le sue scaturigini. In questa regione sono sorte alcune città industriose, i cui prodotti vengono spediti a Smirne per la ferrovia od a Costantinopoli per la strada di Afium-Kara hissar. Buldur, sulla riva orientale del lago dello stesso nome, si stende per parecchi chilometri quadrati in una stretta pianura: è il Polydorion dei Greci. Essa ha, come Elmalu, concerie, fabbriche di marocchini, tesse ed imbianca tele, spedisce a Smirne la gomma adragante ricavata da una specie d'astragalo, che somiglia al ginestrone. Isbarta, l'antica Baris, cui dominano le cupole di trenta moschee, è ancora più commerciante di Buldur e comunica più facilmente col mare; viene paragonata a Brussa per la bellezza dell'aspetto e la ricchezza delle campagne, coperte di viti, di papaveri e d'altre colture, che contrastano coi pendii di pomici e coi dirupi di trachite; in questa pianura si riuniscono le numerose sorgenti dell'Ak su (Fiume Bianco), che si versa in mare fra Adalia e Eski Adalia, dopo avere attraversato le fertili "pianure del Cotone" (Pambuk-Ovassi). Un tributario occidentale dell'Ak su passa alla base delle roccie, su cui sorgono le rovine dell'antica Sagalassus; il villaggio turco più vicino si chiama Aghlasan, nome derivato dalla forma primitiva. Sagalassus, che resistè valorosamente all'esercito d'Alessandro, era una delle più forti città dell'Asia Minore, e nello stesso tempo una di quelle, in cui in uno spazio ristretto si trovava il più bell'insieme di templi, di palazzi, di portici, di teatri e d'altri edifizî pubblici, che possedeva ogni città greca [883]. La terrazza, perfettamente unita, è dominata a nord da una roccia verticale, mentre a sud è tagliata da erti dirupi; una roccia conica, regolare come un vulcano, sorge innanzi alla terrazza, che proietta verso di essa uno stretto istmo: questa rupe, che domina tutto l'altipiano, porta le rovine dell'acropoli; all'estremità orientale del terrapieno, un teatro ancora più grande di quello di Hierapolis e non meno bene conservato, sebbene alcuni noci abbiano inserito le loro radici fra gli scalini, s'innalza maestosamente sopra gli edifizî atterrati o crollanti.
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