In questa pianura s'uniscono tutti gli affluenti superiori del Giihun, per isfuggire a sud verso una successione di forre che termina alla formidabile chiusa dell'Akhir-dagh; ma per gl'indigeni nessuno di questi torrenti è il vero fiume: colla venerazione istintiva di tutti i popoli per le sorgenti perenni, essi tengono per vera origine del Giihun un piccolo bacino, dove gorgogliano acque uscite da fessure profonde e da cui esce un ruscello sempre uguale, irrigatore dei giardini. Albistan ha alcune famiglie armene, ma a sud-ovest una confederazione haikana, composta di sei piccoli Comuni repubblicani, s'è conservata fino ad un'epoca recente, nell'alta valle detta di Zeitun o degli "Olivi", sebbene questi alberi non crescano nel bacino montuoso, che si eleva a 1,500 metri almeno. È uno spettacolo unico in questo mondo armeno, composto quasi per intero di gente asservita, quello d'una comunità di liberi montanari, che ha conservato la sua indipendenza attraverso i secoli. In numero di circa 10,000, e perfettamente esercitati nel maneggio delle armi, questi Haikani hanno delimitato il loro territorio con qualche fortezza eretta nelle forre, e non è molto vietavano assolutamente ai musulmani di penetrare fra loro; essi pagavano al pascià d'Albistan, come unica imposta, il fitto delle terre che s'erano assunte nella pianura [894].
[Immagine 115.png - N. 115. -- ALBISTAN E MARASH].
Marash, dove la metà della popolazione è armena, s'appoggia ai contrafforti dell'Akhir-dagh, che dominano il confluente dell'Ak su e del Giihun, all'uscita della grande chiusa.
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