Mopsueste, all'estrema frontiera del mondo ellenico, apparteneva egualmente alla Siria ed all'Asia interiore pel miscuglio dei culti. Il suo Apollo era più un Baal d'Oriente che una divinità greca; essa aveva per tutti gli dêi un santuario e degli adoratori; così Egea (Aya, Lajazzo), la "città delle Onde", costruita a nord del golfo di Alessandretta, accoglieva tutte le religioni del bacino del Mediterraneo; durante le guerre delle Crociate, allorquando i marinai d'Italia ne avevano fatto il loro scalo principale, essa era diventata città cristiana. Il porto cilicio, che le è succeduto, è alcuni chilometri ad ovest, non lontano dalla foce del Pyramo: è il borgo di Yumurtalik (Tsciumur talek), che si vorrebbe pure unire ad Adana con un ramo di ferrovia, che bisognerà proteggere dalle alluvioni del fiume, rigettando la corrente verso ovest [896]. Aya e Yumurtalik sono nel novero dei porti che si propone di prendere come punto di partenza della ferrovia dal Mediterraneo al golfo Persico. La strada sarebbe più lunga, ma i costruttori vi guadagnerebbero di poter moderare le rampe d'accesso per la traversata dell'Amano.
Sul versante orientale del Giebel-el-Nur, presso la curva del golfo, che s'avanza di più verso il nord dell'interno delle terre, due rupi unite da una bella arcata di granito nero restringono la strada: come la forra di Gulek-boghaz, è anche questa una "porta di Cilicia", designata parimenti come la "Porta di Tamerlano", la "Porta di Ferro" o la "Porta Nera", Kara kapu.
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