Fin dai primi tempi della storia, i Cipriotti compaiono come un popolo distinto dagli altri Greci; possiedono un dialetto ellenico speciale, - piuttosto vicino all'eolico, - ed anche una scrittura propria, che non pare sia stata d'importazione fenicia come quella della Grecia: il loro alfabeto sillabico, - ogni segno rappresenta una consonante accompagnata da un suono vocale, - pare voglia collegarsi a quello degl'Hittiti; forse è stato ricavato dalla scrittura cuneiforme [900]. Nelle leggende elleniche, la lontana Cipro è sempre un paese di aborigeni; colà, i Greci tolsero il loro culto dell'Afrodite pafica, sorella dell'Astarte dei Fenici, come a Cipro s'istruirono nei processi metallurgici e nell'arte ceramica.
Dal punto di vista politico, Cipro ebbe frequentemente un destino diverso da quello delle terre vicine, Siria ed Asia Minore; essa ebbe la sua autonomia in parecchi Stati: fu egiziana e persiana, senza esser mai completamente soggetta ai grandi imperi occidentali, poi sotto Alessandro fece parte dell'impero macedonico; in seguito appartenne a Roma ed a Costantinopoli. All'epoca della dislocazione dell'impero bizantino, diventò un regno distinto, e per due secoli e mezzo fu governata dalla famiglia dei Lusignano, che alla loro sovranità effettiva dell'isola aggiungevano il vano titolo di "re di Gerusalemme". I Veneziani ereditarono Cipro dai Lusignano e la conservarono per un secolo. La perderono nel 1571, e da quell'epoca l'isola appartiene ufficialmente all'impero ottomano; nel fatto obbedisce a ben altro padrone che il sultano.
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