A sud d'Alessandretta la strada evita la catena frastagliata dei "monti Rossi" e delle "montagne di Mosè", che prolungano l'Amano e terminano col capo formidabile chiamato Ras-el-Khanzir o la "Testa del Cinghiale"; si ascende direttamente sulla cresta per varcare il colle dell'Amano alle "Porte Siriache" e si discende nella pianura d'Antiochia. Questa vasta campagna, per la quale le acque dell'Oronte s'espandono nel Mediterraneo, è la vera porta della Siria: il confine geografico è nettamente tracciato dal fiume, dal lago d'Antiochia e da' suoi affluenti orientali. Verso l'oriente, alcuni rigonfiamenti di colline e delle tavole rocciose, d'un'altezza media di 400 metri, circondano il bacino chiuso, di cui Aleppo occupa il centro.
Le montagne degli Ansarieh, a sud d'Antiochia, innalzano il loro gruppo più alto immediatamente a sud delle bocche dell'Oronte: è il Casio o Giebel-Akra, il "monte Calvo" (1,769 metri), dalla cima piramidale, da cui si vedono i picchi di Cipro e le sommità nevose del Bulgar-dagh, a più di 200 chilometri a nord-ovest. Il Casio è uno dei monti sacri dei Fenici; i Greci ne fecero un Olimpo, un soggiorno di Zeus, così alto, essi dicevano, che sull'uno dei versanti si vedeva il giorno, mentre l'altra metà dell'orizzonte era ancora nella notte. Prolungandosi verso il sud, i monti degli Ansarieh, composti in gran parte di rocce cretacee dalle groppe lievemente ondulate, attraverso le quali si sono aperte la via alcune rocce dioritiche,[939] non giungono in nessun punto all'altezza del Giebel-Akra; in parecchi luoghi sono anche inferiori a 1,000 metri, però molto difficili a varcare, causa gl'innumerevoli dirupi che li tagliano in un vasto labirinto.
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