La vetta più alta, che sorge all'estremità settentrionale della cresta, non oltrepassa 3,200 metri; solo altre tre raggiungono 3,000 metri; la grande strada carrozzabile da Beirut a Damasco, costruita da una compagnia francese, passa a 1,800 metri sul livello del mare. L'altezza media della catena è leggermente inferiore a quella dei Pirenei; ma la temperatura molto più alta del clima spiega la piccola estensione relativa dei campi di neve e l'assenza attuale di ghiacciai;[942] tuttavia, come dice un poeta arabo, "il Sannin porta l'inverno sulla testa, la primavera sulle spalle e l'autunno nel seno, mentre l'estate dorme a' suoi piedi" [943]. Le rocce calcari del Libano sono traforate di grotte, alcune delle quali si prolungano per leghe e leghe nell'interno della montagna e dove si trovano resti di animali e traccie di abitazioni umane; ve n'ha che non sono ancora abbandonate, altre si sono completate con costruzioni esterne sospese al fianco della montagna: così nella valle di Kadiscia il convento di Kannobin si è riversato dal suo antro primitivo. Scendendo dalle vette, i torrenti hanno tagliato la montagna in enormi circhi d'erosione, come se ne vedono notevoli esempi ad oriente di Beirut; ma altrove non hanno potuto spazzare le roccie: le hanno perforate per formare gigantesche arcate, come quelle del Nahr-el-Leban, il "Ruscello del Latte", oppure spariscono nelle fessure del suolo; così un certo numero di valli è quasi sempre a secco; in compenso ruscelli sotterranei scaturiscono in sorgenti magnifiche a piè della montagna.
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