Di tutte le montagne della Siria il Giebel-ech-Sceikh è la più boscosa; i suoi fianchi hanno boschetti, anche piccole foreste, e l'europeo può avere il piacere, ben raro in Oriente, di farvi crepitare le foglie secche sotto i suoi piedi [950]. L'Hermon è in gran parte composto di rocce basaltiche e verso la sua base meridionale si stende una depressione palustre, dai margini leggermente rialzati, che si crede sia un'antica bocca eruttiva: è il Birket-er-Ram, probabilmente il lago Phiala degli antichi, considerato una volta come una delle sorgenti del Giordano. A sud s'aderge il cono vulcanico di Tell-el-Akhmar.
Un gruppo di montagne vulcaniche, il Giebel-Hauran, domina le solitudini, un centinaio di chilometri a sud-est dell'Hermon al quale lo collega un altipiano ineguale. Nella parte orientale, il cono dominante s'innalza a 1,853 metri, ed alcune altre vette passano i 1,000 metri. Tutte queste rupi di lava e questi mucchi di ceneri si adergono in forma di coni rossi, che somigliano ai blocchi calcinati dal fuoco delle fornaci; una sola montagna, il Kulaib, verso l'estremità meridionale, è in cima ombreggiata da qualche albero. I monti dell'Hauran formano un gruppo, il cui asse si dirige press'a poco da sud a nord. Da questo lato, il Giebel-Hauran termina con pendii piuttosto ripidi, cui sovrasta una cima arrotondata, il Tell Abu Tumeis (1,600 metri): si crederebbe di vedere la catena dei Puys d'Alvernia terminanti colla cupola del Puy de Dôme [951]. Quattro coni laterali, il Tell Sceihan, il Garrarah el-Kebir, il Giemal, il Garrarah el-Kiblieh si allineano sopra un tratto di due chilometri in una "batteria di vulcani"; di là sono uscite le enormi colate che formano un mare di lave, l'Argob degli Ebrei, allungantesi verso il nord-ovest, nella direzione di Damasco.
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