Le colline del litorale del mar Rosso, ad ovest del Giebel-et-Tih, sono composte di strati cretacei, masse bianche e regolari d'un aspetto monotono, alte qualche centinaio di metri. Ma le prime montagne che appartengono al gruppo sinaico e s'innalzano a sud della catena esterna, dal golfo di Suez a quello d'Akabah, sono formate di arenarie dal profilo bizzarro e dalla tinta variegata, che si aggruppano in paesaggi pittoreschi. A sud sorgono i graniti, gli gneiss ed i porfidi. Uniformi per la composizione delle loro roccie, i monti del Sinai non lo sono meno per l'aridità della loro superficie; sono d'una nudità formidabile; il loro profilo a creste vive si disegna nell'azzurro del cielo colla precisione d'una linea incisa sul rame. Così la bellezza del Sinai, spoglia di ogni ornamento esterno, è la bellezza della roccia medesima: il rosso mattone del porfido, il roseo tenero del felspato, i grigi bianchi o scuri dello gneiss e della sienite, il bianco del quarzo, il verde di diversi cristalli danno alle montagne una certa varietà, aumentata ancora dall'azzurro delle lontananze, dalle ombre nere e dal giuoco della luce che brilla sulle faccette cristalline. La scarsa vegetazione che si mostra qua e là nei burroni e sullo gneiss decomposto dei pendìi accresce col contrasto la maestà di forme e lo splendore di tinte, che presentano i dirupi nudi; sulle rive delle acque temporanee negli uadi, ginestre, acacie, tamarischi, piccoli gruppi di palme non possono in nulla velare la fiera semplicità della roccia.
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