Questa forte natura, così diversa da quella che si ammira nelle regioni umide dell'Europa occidentale, agisce potentemente sugli animi. Tutti i viaggiatori ne sono colpiti; i Beduini nati a piè delle montagne del Sinai le amano con passione e muojono di nostalgia lontano dalle loro rupi. La strana esistenza degli anacoreti, che passavano la loro vita contemplativa nelle caverne della Penisola, si spiega forse anche colla bellezza dei monti che li circondavano e che non potevano più lasciare [957].
[Tavola 60.png - PENISOLA SINAICA. -- AIN-EL-HUDERAH. Disegno di Taylor, da una fotografia comunicata dal signor Frith].
Le roccie d'arenaria del Sinai settentrionale, che s'appoggiano in certi punti su graniti e porfidi, sono ricchissime di minerali di ferro, di rame e di giacimenti di turchesi, difficili a sfruttare causa la mancanza di combustibile e di mezzi di trasporto; l'inglese Macdonald s'ostinò inutilmente in questa impresa per parecchi anni. Però havvi una valle, quella di Magarah, dove i Beduini vanno talvolta a frugare le vene cuprifere per cercarvi quelle turchesi sparse, che "allontanano le male influenze, fortificano lo sguardo, procurano il favore dei principi, assicurano la vittoria, mettono in fuga i cattivi sogni, richiamano le delizie dell'amore e ne promettono di nuove" [958]. Fin dalle prime età storiche gli Egiziani si provvedevano a Magarah di rame e di sostanze minerali coloranti:[959] si vedono ancora profonde cave, lunghe gallerie, mucchi di detriti, che provano l'antica importanza di quei lavori minerari; si notano anche avanzi di forni e sino le forme nelle quali si colava il rame greggio.
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