Ad est dell'Oronte, tutti i corsi d'acqua, fino al versante del-l'Eufrate, appartengono a bacini chiusi. Tali il Koveik (Kuaik), che nasce presso Aintab e scorre da nord a sud per andare a perdersi al di là d'Aleppo in una palude, le cui dimensioni variano secondo l'abbondanza delle piogge e le irrigazioni, ed il Nahr-el-Dahab, fiume parallelo al Koveik, e che alimenta la grande sebkha di Giabul, lago salato, le cui rive sono orlate di lastre cristalline. È possibile che questi fiumi a bacino chiuso fossero una volta affluenti dell'Eufrate; la catena delle paludi è forse l'avanzo d'un antico letto fluviale, che si ripiegava verso est, alla base d'una giogaia di rupi, e raggiungeva il gran fiume nelle vicinanze di Balis. Oggi invece un affluente dell'Eufrate è diventato il tributario del fiume d'Aleppo: una galleria sotterranea del secolo decimoterzo, recentemente ristaurata, gli porta una parte delle acque del Sagiur [978].
Il fiume di Damasco, l'antico Chrysorhoas o "fiume d'Oro", si perde nelle paludi, come quello d'Aleppo. Formato di due affluenti principali, nati l'uno ad est, l'altro ad ovest del Giebel Zebdani, alta cresta dell'Anti-Libano, esso sfugge da un antico lago per attraversare queste montagne in profonde insenature, dove si odono mugghiare le acque, spesso invisibili fra le pareti. Ma pei Siri questo flutto selvaggio, disceso dall'Anti-Libano, è un semplice affluente del ruscello pacifico, del resto più abbondante, che esce da un abisso d'acqua azzurra, la cui profondità non fu ancora scandagliata.
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