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      La caverna della sorgente, situata presso il villaggio di Yamuneh, è asciutta verso la fine dell'estate ed in principio dell'autunno; il suo corso è intermittente; quando compare, quasi sempre verso l'8 marzo, è in "eruzione"; allora forma un grosso ruscello, che sfugge dalla roccia in forma di cascata rumorosa e precipita in un letto di ciottoli verso un imbuto profondo, denominato "l'abisso" o balau. In primavera, quando la fusione delle nevi accresce la massa liquida, le gallerie nascoste non sono abbastanza larghe per contenere tutta l'acqua che vi si precipita; l'imbuto di Yamuneh straripa rapidamente e tutta la cavità circostante si riempie: in luogo della pianura tutta ciottoli si vede un lago avente 3 a 4 chilometri di lunghezza, secondo Lortet, - 6 chilometri secondo Burton e Tyrwhitt Drake, - e 1,800 metri di larghezza. Paolo Lucas dice che il lago era di formazione recente, all'epoca del suo viaggio, nel secolo decimosettimo: nel fondo si vedevano ancora gli avanzi d'una città inghiottita; facendovi un bagno, egli si riposò sulla terrazza d'una casa sommersa e potè esaminare le rovine della città, che era "bella e bene edificata". Prima dell'anno 1870, il lago Yamuneh, sebbene soggetto a grandi oscillazioni di livello, non sarebbe mai sparito completamente, grazie ai potenti strati di fango, che coprivano il fondo della cavità e ne ostruivano le fessure. Gli abitanti delle rive, avendo tolto questi fanghi, riaprirono così le chiuse sotterranee, ed il lago, abbassandosi bruscamente, finì collo sparire;[981] da quell'epoca non ha più che un'esistenza intermittente.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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