I banani, che si coltivavano ancora alla fine del secolo decimosesto sulle rive del lago di Genezareth, non vi s'incontrano più [1015]. Si sa che i cedri, un tempo gli alberi per eccellenza del Libano, non sono rappresentati oggi che da rari boschetti; l'essenza che li sostituisce nelle montagne siriache, il pinus bruttia, s'adatta ad una minore umidità nell'atmosfera; il clima dell'Europa occidentale è loro più favorevole [1016]. La vegetazione delle foreste ha conservato il suo aspetto primitivo soltanto in certe parti dell'Amano, le quali rassomigliano al Tauro cilicio per i loro boschi di quercie e di faggi, di cedri e di pini, di cui alcuni elevano i loro tronchi a 50 metri d'altezza. La fauna della Siria e della Palestina s'è del pari modificata: gli animali domestici sono generalmente di una taglia molto inferiore a quella dei loro congeneri d'Occidente o dell'Asia Minore. I cinghiali abitano ancora nelle macchie, e gli sciacalli errano intorno ai villaggi, ma il leone è sparito; le pantere e le lonze, comuni nell'Amano, sono diventate rare nel Libano e nell'Anti-Libano. L'orso non gironza più nelle solitudini del Giebel-esh-Sceikh e di altri monti della Siria. L'orso sirio è un buon diavolo, meno pericoloso per le mandre che per i vigneti ed i campi di piselli. I Siri credono anzi all'esistenza d'una specie d'orso esclusivamente frugivoro, che lascia pascolare, senza toccarle, le pecore e gli agnelli. Durante la stagione delle vendemmie, gl'indigeni proteggono le loro viti battendo bruscamente su vasi di metallo per intimidire l'orso ed i suoi compari, lo sciacallo e la volpe: si sente risuonare questo lugubre rumore su tutti i pendii coltivati [1017].
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