Ogni cima di collina aveva, se non il suo tempio, almeno il suo mucchio di sassi. La maggior parte dei monumenti è formata di pietre greggie; però ve n'ha anche cui il ferro ha toccato. Gli Arabi considerano ancora i dolmen come altari e vanno a salutarvi il sole al suo levarsi. Intorno a questi megaliti si sono raccolte punte di freccia e numerose selci lavorate [1020].
      La popolazione della Palestina e del Trans-Giordano, come quella dell'Asia Minore, si compone di due elementi ben distinti, sebbene vivano accanto in quasi tutto il paese: sono i beduini erranti ed i fellah, abitanti dei villaggi e dei suburbi. In alcune città, che sono piuttosto gruppi di bazar e di giardini, come Gaza, si trovano le une accanto le altre, la casa del cittadino, la baracca del fellah e la tenda dell'Arabo. I Beduini diminuiscono di numero nella Cisgiordania: se ne incontra appena ancora qualcuno nella pianura del litorale di Saron, fra il Carmelo e Giaffa; ma si ricorda ancora l'epoca in cui i ladroni passavano il Giordano per devastare i villaggi della pianura d'Esdraelon. Sugli altipiani del Trans-Giordano le principali tribù di Beduini sono gli Adwan, comprendenti circa 11,000 individui, ed i Beni-Sakhr o "Figli delle Rupi", un terzo meno numerosi, ma più potenti: si dicono immigrati dell'Arabia centrale e si rannodano agli Hymiari, di cui hanno ancora qualche parola nel loro linguaggio [1021]. I Beduini della penisola sinaica, compresi sotto il nome generale di Towarah o "Arabi di Tor", dicono, forse con qualche esagerazione, che sono circa 8,000: si credono discendenti degli Amalekiti, che gli Ebrei, usciti dall'Egitto, vinsero a Raphidim, a piè del monte Serbal.