I preti si ammogliano, ma, diventati vedovi, non possono prendere una nuova sposa; sono eletti dai monaci, del pari che i vescovi, che a loro volta nominano il patriarca o batrak, sotto riserva dell'approvazione del papa. La messa si dice in siriaco, lingua che non è più capita nè dai fedeli, nè dai preti. Un grandissimo numero di Maroniti impara il francese e lo parla con facilità, ma ne studia raramente la letteratura, l'ambizione limitandosi ordinariamente alla professione di dragomano o di semplice scrivano. Quelli che si occupano del commercio, lo fanno generalmente senza spirito intraprendente; si attengono al piccolo traffico al minuto. La massa della popolazione è rimasta al lavoro ereditario ed abitudinario delle viti, dei campi e degli orti: l'iniziativa le manca. Artisti stranieri, Greci per lo più, costruiscono ed ornano i suoi edifizî; quello che costruisce il Maronita è pesante e senza grazia; il suo costume è meno elegante di quello dei suoi vicini arabi e drusi [1036]. Tuttavia l'arte maronita del medio evo ha lasciato alcuni edifizî d'uno stile originale, adorni di pitture a fresco. I tessitori maroniti di Zuk Mikail fabbricano belle tappezzerie di seta, e gli orefici del paese, che hanno conservato i processi dell'oreficeria fenicia e greca, fanno giojelli pregiatissimi, d'un grande carattere artistico [1037].
Altri cattolici-uniti risiedono nelle vicinanze del deserto, a sud e ad ovest di Damasco, e questi sono di pura razza araba. Immigrati del Yemen molto prima dell'êra cristiana e rinforzati da coloni dell'Hegiaz e del Negied, questi "Arabi Arabi", come si chiamavano essi per attestare la loro origine immacolata, si convertirono al cristianismo verso la fine del secolo quarto, ed il nuovo culto valse loro il nome di "Greci"; dopo la conquista araba un certo numero conservò la propria religione, ma la dominazione degli ortodossi finì per riuscir loro pesante, e, per amore dell'indipendenza, si rannodarono ad un padrone lontano, il papa, che permise loro d'avere la propria gerarchia e di sostituire nelle loro cerimonie la lingua greca coll'araba; si dà loro il nome di "Greci-Uniti", sebbene non si rannodino agli Elleni nè per l'origine, nè per la religione.
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