El-Barah, posta nel cuore della montagna, a sud-ovest di Riha, è una Pompei per la sorprendente conservazione de' suoi edifizî, chiese, ville e tombe; alcune delle case particolari hanno ancora camere, finestre, soffitti e tetti, e le iscrizioni sono d'una perfetta nitidezza; le porte sono lastre di pietra d'un solo pezzo che girano su cardini di pietra [1055]. Dana, sulla strada da Aleppo ad Antiochia, ha conservato la più graziosa tomba lasciata dai Romani di Siria; il signor de Vogüe ha potuto decifrarne la data: fu eretta nell'anno 324 dell'êra moderna. Nel vasto triangolo compreso fra Aleppo, Hamah ed Antiochia si vedono, se non "trecento-sessantacinque città", come dicono gli Arabi, almeno più di cento città cristiane del quarto al settimo secolo, quasi intatte; se non fossero le scosse dei terremoti, che qua e là hanno aperto crepe nei muri e fatto crollare le vôlte, agli edifizî non mancherebbero che le travature, preziosa eredità, di cui i fabbricatori delle città moderne dovevano pur troppo impadronirsi. Gli altri materiali, basalti durissimi, che si trovano facilmente nelle cave del paese, sarebbero stati troppo costosi a portar via.
[Tavola 65.png - DANA. -- TOMBA ANTICA. Disegno di P. Benoist, da una fotografia del capitano Barry (missione del signor Chantre)].
A valle della grande breccia dell'Oronte e della sua deviazione a nord del Giebel-Kosseir, una potente città custodiva un tempo la porta della Siria interna: Antiochia "la bella", la "terza città del mondo", la quale non era superata che da Roma ed Alessandria.
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